Sciatalgia o sindrome del piriforme

Oggi vi parlerò di una delle problematica ricorrenti che spesso vengono confuse con le classiche “sciatalgie” radicolari.

Le sindromi miofasciali come la “sindrome del Piriforme” e’ una delle più frequenti problematiche che mi capita di trattare.

Il paziente solitamente arriva con una prescrizione medica che indica “lombosciatalgia” in quanto il paziente lamenta dolore dalla zona glutea e si irradia lungo la parte posteriore della coscia e a volte anche fino alla gamba omolaterale, in pratica lungo il decorso del nervo Sciatico.

Fattori perpetuanti possono essere lo stare seduti lunghe ore, con conseguente accorciamento dei flessori dell’anca, e negligenza nel praticare stretching specifico in maniera costante. Fattori scatenanti sono esercizio pesante e cadute che sovraccaricano improvvisamente il muscolo, la cui funzione e’ essenzialmente quella di ruotare la gamba verso l’esterno.

Perchè il proprio il piriforme causa questo?

Per via della sua posizione anatomica,il piriforme si trova proprio sopra in decorso del N. Sciatico per cui un piriforme in contratto causa la restrizione del nervo stesso con conseguente dolore.

I sintomi sono di due tipi: il dolore riferito dei Punti Trigger, e una possiblie irritazione del nervo sciatico e conseguente inizio di sciatalgia. Per questo motivo Janet Travell definiva il Piriforme come “il doppio diavolo” in quanto la sindrome puo’ comprendere anche sintomi per se non miofasciali ma derivanti dalla compressione di nervi e vasi, oltre che ai sintomi specifici dei PT.

Il dolore riferito dei PT del Piriforme dipende dal PT coinvolto. In genere si trovano due PT principali in questo muscolo di cui uno piu’ vicino al Sacro e l’altro piu’ vicino al Grande Trocantere dell’anca. Il dolore riferito del primo PT si localizza anch’esso verso il Sacro mentre nel secondo caso si avra’ dolore irradiato verso l’anca.

Il muscolo prende il suo nome dalla forma a pera. La comparsa di PT lo fa espandere e accorciare, e siccome il muscolo passa attraverso il Foramen Sciatico Maggiore, un suo aumento di diametro porta alla compressione dei nervi circostanti, in particolare il Nervo Sciatico, e dei vasi adiacenti. Una volta che nervi e vasi sono compromessi, la sintomatologia si aggrava con dolore anche debilitante di tipo sciatico che puo’ coinvolgere l’intera gamba fino al piede, e addirittura con atrofia dei glutei nei casi estremi. In questo caso si parla propriamente di “sindrome” del Piriforme.

Gli altri cinque rotatori minori causano simili problemi e pertanto vanno esplorati insieme quando si e’ alle prese con la Sindrome del Piriforme.

Il test di Lasegue ci aiuterà nel discriminare una problematica radicolare da una sindrome del pririforme.

Il segno di Lasegue deve il nome al medico francese E. Charles Lasègue (1816-1883).

Viene messo in evidenza con la flessione della coscia sul bacino a gamba estesa: il malato avverte un dolore vivo provocato dallo stiramento del nervo sciatico che si irradia alla colonna vertebrale. Poiché l’arto inferiore descrive un angolo, si utilizzano i gradi per definire il momento in cui compare il dolore. In assenza di infiammazione del nervo sciatico sarà possibile elevare la gamba sino a 90°, mentre quando il nervo è molto infiammato il dolore può comparire già per minime elevazioni. Il test viene ripetuto separatamente sui due lati, destra e sinistra.

Un Lasegue destra 40° significa quindi che il dolore è comparso quando la gamba destra era sollevata di circa 40°.Un Lasegue destra 90° può essere anche definito Lasegue destra indifferente oppureLasegue destra ai massimi gradi, quindi non significativo.

E’ un test utilizzato per ernie o protrusioni di L3-L4, L4-L5 e L5-S1. Non è in significativo per ernie o protrusioni L1-L2 e L2-L3.

In caso di sindrome del piriforme il segno di Lasague è negativo ma i movimenti contro resistenza in abduzione o adduzione provocano dolore.

Successivamente occorrera una volta individuato il muscolo, si esplori in particolare verso la origine al sacro e verso l’inserzione al Trocantere, in quanto sono spesso presenti PT in queste due localita’.

Per il trattamento si applica massaggio profondo localizzato usando il pollice rafforzato,la mano rafforzata, e il gomito, oppure sono molto utili le tecniche “osteopatiche” a energia muscoolare. Per autotrattamento si puo’ usare lo stretching del piriforme.

La manipolazione fasciale e neuroconnettivale insieme con la neurodinamica sono tecniche che hanno effetto decontratturante e rilassante, quindi riescono a ridurre la pressione sul nervo sciatico e possono inoltre scollare eventuali aderenze cicatriziali.
Consigli:
– Evitare di tenere il portafoglio nella tasca posteriore per non irritare la zona con inutili compressioni e nelle ore di sonno posizionare un cuscino tra le ginocchia per mantenere il muscolo rilassato.
– La ripresa dell’attività sportiva (o lavorativa) deve avvenire in modo graduale.
– Non eseguire esercizi di rinforzo degli addominali in palestra oppure a casa, il rimedio è evitare questi esercizi finché il dolore non scompare e limitarsi agli esercizi di stretching sotto indicati
-I pazienti spesso chiedono se è meglio applicare del calore o del freddo sul dolore, in caso di dolore in fase acuta è meglio evitare la termoterapia o la crioterapia ( il caldo ed il freddo ) nei giorni successivi,invece, il caldo attenua le contratture e può dare sollievo al paziente così puo’ essere di beneficio passare almeno 20 minuti al giorno immersi in acqua calda, in modo da alleviare la pressione sulle ossa e sui muscoli.

Dr. Ferdinando Labate

Osteopata D.O.